Parassitismo bancario

La banca si arroga il potere di inserirsi nella trattativa tra due Operatori e dettare le condizioni di circolazione della moneta. Di più, stabilisce ed incassa profitto dalla “fabbricazione” della moneta di cui la Comunità si serve per scambiare beni e servizi. Ancor di più, eleva lo strumento monetario a rango di “risorsa”, al pari o superiormente al pane e all’acqua fondamentali per la vita. Come se non bastasse, registra l’ammontare “prestato” tra le passività così che non risulti un profitto imponibile ai fini del pagamento delle tasse e lamenti di poter rientrare dalla “perdita”, solo al termine dei venti anni, lasso di tempo necessario affinché il debitore riesca finalmente a restituire tutte le somme elargite, gravate degli interessi.
Ma il peggio deve ancora venire: il ricavo della banca, non è dato dai “soli” 21.412€ che chiamiamo interessi ma, addirittura, dall’intera somma di 121.412€ perché all’atto della concessione dei primi Centomila, mica li aveva! La banca crea quei Centomila nel momento in cui concede il prestito, mica li preleva da un suo conto! Perciò passa da una condizione di 0€ posseduti inizialmente, a quella di ottenere (a rate) ben 121.412€. Altro che il 21%!!!

In biologia si intende per Parassita un organismo che vive parzialmente o totalmente a spese di un altro organismo detto “ospite”. Nella società, è chi vive a spese altrui, non producendo ma sfruttando e quindi vivendo alle spalle degli altri.

N.B. Se sei arrivato a questo paragrafo saltellando qua e là per tutto lo scritto, è necessario che torni indietro per capire come un Operatore partecipante ad un circuito economico appositamente predisposto (a ciò organizzato), possa emettere (di sua sponte) una quantità relativamente alta di moneta, immettendola nel circuito monetario (accreditandola ad altro Operatore), a patto che si accolli l’equivalente debito e lavori al fine di estinguerlo. Questo dovere è preso nei confronti non tanto dell’Operatore destinatario ma della Comunità intera. Alle predette condizioni, non c’è limite teorico alla quantità di moneta che un operatore può generare ed immettere in circolazione.

Qualcuno potrebbe ritenere che non c’è niente di male se la banca emette moneta al posto del diretto interessato e questo è un punto di vista che può essere condivisibile, ma solo nel caso in cui si delegasse ad essa tale servizio per comodità o motivi di sicurezza, autorizzata dalla comunità, ma nel rispetto di precise condizioni. Ci possono essere svariati motivi per cui, in deroga a quanto sbraitato finora, si possa decidere di demandare questo potere ad un ente appositamente organizzato, ma solo se questo svolge il servizio su disposizione della comunità. Un ente così predisposto avrebbe un controllo “alla fonte”, evitando dispersioni ed avarie e potrebbe anche beneficiare di una commissione, a guisa di remunerazione per il servizio reso ma niente di più. In questo caso, certo che sarebbe lecito.

A questo proposito, va detto che tutti i sistemi di moneta complementare che abbiamo avuto modo di sbirciare, non consentono all’iscritto di emettere moneta sua sponte. Al contrario, un organo centrale è l’unico che ha questo potere. Solitamente, a mo’ di benvenuto, ogni sistema assegna una certa cifra iniziale ad ogni iscritto. Alcuni sistemi poi, non si curano che l’iscritto la spenda (quindi rimane detenuta ed inutilizzata), mentre altri si premurano, attraverso degli incaricati, di facilitare l’iscritto a far circolare la moneta nel circuito, favorendo di fatto le transazioni.

La banca, in qualità di Operatore partecipante ad un circuito monetario tra pari (e non si capisce perché dovrebbe essere diversamente) deve trarre il suo guadagno, al pari di tutti gli altri, solo dal servizio reso. Non godendo di nessun privilegio speciale, non le deve essere permesso di incrementare la massa monetaria globale, senza accollarsene l’equivalente debito.

Nel Sistema bancario ufficiale, le banche creano denaro in base a politiche egoistiche, in assenza della garanzia di commisurarne il valore in controprestazione lavorativa. Immettendo in circolazione un Credito senza assumersene il giusto Debito, di fatto queste si arricchiscono smisuratamente, godendo del Credito e facendo ricadere l’onere dell’estinzione del Debito sulla società che infestano.

Un aspetto da non sottovalutare riguarda infine la garanzia del bene soggetto ad ipoteca. La banca gode del valore che il bene offre a garanzia del debito, pur non sobbarcandosi i relativi oneri. Questi rimangono invece a carico del cliente.

La banca sfrutta perciò l’indebitamento altrui per ricavarne un illecito guadagno. Cristina diventerà proprietaria effettiva del bene, solo alla fine dei vent’anni! Questo è il comportamento tipico del parassita e su scala globale, fa della Banca (questo modello di banca) la peggior iattura in seno alla comunità produttiva.