La Sovranità monetaria

Alzi la mano chi non ha mai sentito dire che l’Italia ha perso la sua Sovranità Monetaria! Se tu l’hai alzata, probabilmente non sei incappato neanche di striscio in discussioni di gente incazzata per la mancanza di soldi in circolazione. Da diversi anni a questa parte, ai più attenti osservatori e divulgatori, fino ad arrivare ad oggi a tutti noi peones della finanza, viene denunciata la perdita di Sovranità Monetaria da parte dello Stato. Ma cosa indica questa definizione e soprattutto, quale danno comporta l’averla persa… avendola effettivamente ceduta ad altri?

Questa consiste nella possibilità e capacità da parte di uno Stato di produrre moneta secondo le proprie necessità. Quando uno Stato ha la Sovranità sulla propria moneta, ne può emettere quanta ne vuole, secondo i propri criteri.

I detrattori della Sovranità mantenuta dai singoli Stati, i quali coincidono spesso con i più fervidi sostenitori della globalizzazione, i quali coincidono spesso con i più prezzolati o interessati alla finanza speculativa, ma più spesso coincidono con i più grandi ignoranti e disinformati del globo, affermano che la libertà di stampa della moneta lasciata ai singoli Stati, sia la causa primaria della crisi economica in cui oggi ci troviamo nel mondo – “Eh sì, certo, troppo facile che uno Stato stampi quanta moneta vuole, sai che casino… Allora diventiamo tutti ricchi, non può funzionare!!” (sorrisi di scherno e sguardi attorno a cercare conferme di altri indottrinati beoti).

 

Questi veri beoti, realmente ignorano due aspetti fallaci del proprio pensiero, ammesso che sia un Loro pensiero: il primo è che quello che loro giudicano non concedibile allo Stato, in effetti è ampiamente concesso agli Enti sovranazionali.

La Banca Centrale Europea stampa moneta in maniera quantomeno arbitraria. Ne stampa poca o tanta seguendo regole abbastanza sconosciute, tranne che lo scopo non sia quello di mandare l’economia a rotoli perché in quel caso sembrerebbe centrare bene il risultato.

A questo punto, tanto varrebbe che a commettere questi errori di stampa fosse lo Stato medesimo, così che i propri cittadini saprebbero almeno con chi prendersela.

Il secondo è che non capiscono che l’emissione della moneta ha delle regole che sommariamente consistono in un paio di punti scarni: si emette più moneta quando questa è necessaria e quindi mancante dal circuito, la si ritira quando è troppa. Questa è la regola di massima.

 

So che a parole è facile proferire qualsivoglia regola in questo campo, giacché l’eventuale dimostrazione o confutazione richiede anni di applicazione per apprezzarne gli effetti eventualmente nefasti.

Questo ha fatto la fortuna di generazioni di economisti, il cui effetto deleterio è stato dimostrato solo anni dopo la morte. Ma noi che non siamo economisti, abbiamo necessità di dimostrare immediatamente la validità di quello che asseriamo, prima di tutto a noi stessi.

Fabio Conditi e Francesco Carraro

“Una delle più grandi operazioni di mistificazione sul piano psicologico e della comunicazione di tutti i tempi, è la creazione di moneta dal nulla da parte di questo sistema. Se dietro l’emissione di denaro e della moneta non c’è nessun valore, cosa impedisce a noi Stato Sovrano di immettere direttamente denaro nell’economia, invece di piazzare cosiddetti Titoli di Stato, sperando di ricavare denaro dai mercati finanziari, dovendolo poi per giunta, pure restituire? I trattati europei hanno tolto agli Stati la “politica monetaria” e non la “sovranità monetaria”, che è ancora in mano allo Stato, che può perciò emettere monete metalliche in Euro e banconote in moneta propria (diversa dall’euro ma utilizzabile in Italia). Se lo Stato oggi non lo fa, è perché è stata propagandata un’idea che se lo fa lo Stato, aumenta la corruzione, si dà il via all’inflazione, ecc.., così instillando la convinzione che l’emissione della moneta in mano ai politici è male mentre in mano a delle autorità indipendenti è più sicuro. Il concetto della BCE come banca “indipendente“ è il dogma divulgato con cui si copre quell’altro aggettivo meno simpatico di “privata”. La BCE infatti è una organizzazione privata con fini di lucro che ha in mano l’emissione della moneta che dovrebbe essere degli Stati.”

Ecco allora che non avendo altro strumento che la propria mente, sebbene compromessa da decenni di esposizione a miriadi di sostanze tossiche, ci prodigheremo in un esercizio accademico di dimostrazione che uno Stato può stampare autonomamente la propria moneta, senza interferire negativamente nell’economia e senza drogare il mercato.

Tenteremo un analogismo tra la macrosocietà Statale ed una microsocietà che abbiamo ritenuto individuare in una famiglia sui generis. Lo so, si rischia di semplificare troppo e di cadere nel puerile, ma sono tante le persone mature che ancora credono che uno Stato non debba stamparsi la propria moneta e così siamo costretti a scendere al piano terra per stabilire un contatto col giovanotto che tra vent’anni rischia di diventare economista pure lui.

Se questo studio risultasse inefficace al fine voluto, sappiate che almeno ci abbiamo provato e attendiamo che qualcun altro ci illumini.

In fondo, mica siamo economisti noi!

 

Quindi, forzosamente andrò a semplificare per esporre i due esempi da mettere in parallelo, senza infilarmi in tecnicismi che mi possono essere ignoti. Avverto che ho necessità di semplificare molto, così da contrapporre le presunte certezze di un ambito, con il parallelo dell’altro e sollecitare il confronto.

A chi non dovesse risultar gradito l’artificio e magari preferirebbe una visione certificata e sicuramente avvalorata da qualche teoria universalmente riconosciuta, magari di quelle che hanno portato il nostro mondo al livello attuale di perfezione, consiglio di interpellare uno dei tanti esperti in circolazione. L’Italia ne è piena.