Analizzando quanto è successo nel racconto precedente, possiamo dimostrare che diversi operatori possono riunirsi nel medesimo circuito, ciascuno esprimendo un valore nella forma di Bene o Servizio, pur senza scorte preesistenti di denaro o di banche premurose a produrne per tutti. Non sembrano esserci problemi nell’ottenere le forniture dai vari offerenti, a patto di soddisfare Loro l’unica sacrosanta pretesa di vedersi riconoscere un “merito”, da poter “spendere” in seno alla stessa comunità. Siamo tutti d’accordo che a nessuno può esser chiesto di fornire un lavoro senza una qualsiasi sorta di remunerazione. La novità è che tale “merito” può essere quantificato in un Credito che il ricevente del bene genera a beneficio della controparte, accollandosene però l’inevitabile onere conseguente all’emissione.
Alla fine, transazione dopo transazione, tutto il credito generato si esaurisce nel contrapposto debito, fino a ristabilire l’equilibrio naturale. Che consiste nell’assenza di denaro!
Sperimentiamo quindi, che quello che gli operatori offrono nel circuito, è il frutto dei propri talenti rappresentato in qualsivoglia forma, ciascuna importante e necessaria alla contribuzione comunitaria.
Ben lungi quindi dallo spandere moneta senza criterio, gli operatori sono anzi ben consci dell’impegno che si assumono all’atto dell’emissione di nuovo credito. Tendendo perciò a far diventare culturalmente alieno, il concetto di moneta intesa come risorsa fine a sé stessa cui ambire spasmodicamente, laddove quello strumento invece, esaurita la propria utilità, esce dalla scena del circuito monetario.
Improbabile pertanto che un Operatore voglia crearne più di quanta ne possa ripagare perché, tale fardello, ricadrebbe sulle sue spalle.
La validità di questo sistema fondato sul concetto di “equilibrio dei saldi”, appare perciò esercizio naturale, molto semplice da accettare, ma va da sé, che mentre la storia precedentemente raccontata è stata chiusa forzosamente, esaurendo le transazioni fino allo zero, per dimostrare che la moneta ha natura di “strumento” che assolve il suo scopo e poi scompare, deve essere chiaro che in un circuito funzionante, non è necessaria la ricerca della compensazione a tutti i costi, anzi è inutile perché gli Operatori saranno sempre in attività per soddisfare le proprie necessità.
Questa storia ci insegna altresì un principio ben più cogente che va assolutamente evidenziato: non è tanto importante chi detiene il credito ma chi detiene il debito.
Va evitato che consistenti debiti siano detenuti da pochi, laddove è preferibile che siano spalmati il più possibile. La situazione teorica ideale individuerebbe come creditori una metà dei partecipanti così che l’altra metà sia debitrice.
Un sistema di valutazione dell’affidabilità individuale, da prevedere in comunità numerose, dovrà necessariamente limitare il massimo scoperto di conto ai nuovi partecipanti, per poi incrementarlo gradualmente man mano che con l’operatività, aumenterà il grado di fiducia tra gli Operatori.
Abbiamo visto che all’inizio, Gabriele detiene la totalità del debito. Con il prosieguo delle transazioni, questo viene spalmato e distribuito, ma almeno all’inizio c’è questa situazione anomala.
Sappiamo che Gabriele ha creato 490C dal nulla, atto che ha permesso la serie di scambi succedutisi da lì in avanti. Questa libertà di “emissione” viene concessa a Gabriele perché nella nostra comunità è considerato affidabile e stimato di possedere beni reali in garanzia e quindi capacità economiche notevoli, ma diversamente sarebbe stata valutata la pretesa della badante Maria di esporsi con tale scoperto. Maria è sicuramente onesta e lavoratrice ma ha limitate capacità produttive.
In questo sistema infatti, la possibilità di generare crediti in quantità, è prerogativa di tutti gli Operatori che gradualmente guadagnino la fiducia. Questo concetto introduce il tema della necessità di dotarsi di un organismo di controllo, un Organo auspicabilmente democratico e popolare che sappia modulare i criteri di circolazione della moneta, attraverso il monitoraggio della situazione corrente.
Nella prima tornata di transazioni Gabriele, senza pensarci troppo, emette un credito consistente. Certo, se lo può permettere e l’organo di controllo non solleva allarmi perché è risaputo che lui potrebbe in ogni momento coprire quella esposizione con i suoi averi e si sa che il suo debito fornirà moneta alla Comunità.
Va però ribadito, a costo di apparire ridondanti, che va considerata anomala e rischiosa la condizione in cui un unico Operatore detenga la totalità del debito circolante. Che, guarda un po’ il caso , è esattamente ciò che succede nel sistema ufficiale imperante, dove il sistema bancario ha in mano tutta l’emissione della moneta.
Prof. Franz Hörmann - Society 2.0 - Entering a World Without Money
https://youtu.be/Cgxpt8e0_gc?t=10m57s