In estrema sintesi, il deperimento della moneta consiste in un prelievo forzoso dai conti degli Operatori che non effettuano transazioni.
Tarando il sistema con vari parametri di applicazione, si può “imprimere” la velocità con cui gli Operatori saranno tenuti ad effettuare transazioni e, unitamente all’entità del prelievo imposta, sarà possibile aumentare o diminuire la quantità di moneta circolante.
Non da meno, questi proventi a favore del Sistema, consentiranno di costituire un fondo garanzia (una riserva monetaria), da cui attingere per finanziare o coprire le spese dei vari progetti programmati o deliberati, e anche di costituire un completo sistema previdenziale (pensioni, sanità, sussistenza, ecc.).
Entriamo nel tecnicismo dei dettagli di funzionamento.
Ogni Operatore partecipante al circuito ha due conti assegnati:
Il Conto esente è deputato alla ricezione di ogni somma proveniente dal conto di qualsiasi controparte cedente perciò, quando un Operatore riceve una somma da un altro, questa viene accreditata sul suo conto esente (non deperibile).
Questa permanenza è temporanea e ha l’unico scopo di consentire al titolare di essere salvo dal deperimento immediato e quindi dal doverla reimmettere precipitosamente in circolazione, neanche bruciasse.
Rappresenta l’isteresi con cui il cubetto di ghiaccio ritarda a sciogliersi.
Il Conto deperibile riceve tutti gli accrediti che hanno terminato il “periodo di grazia” nel conto esente, ma non sono ancora stati spesi. Transitano quindi in questo conto che è soggetto (stavolta Sì) a deperimento.
L’esperimento Tirolese stabiliva il pagamento di un bollo mensile. Anche se in dettaglio non viene specificato, c’è da ritenere che almeno una volta al mese, CIASCUNO dovesse recarsi in municipio ad apporre il bollo sulle proprie banconote.
Immaginiamo ora di trovarci nel giorno precedente all’apposizione del bollo e di essere in procinto di acquistare una qualche attrezzatura del prezzo di 1000C da un negoziante locale. Un pagamento del 1% mensile da dover pagare su quella cifra appena il giorno dopo, ammonterebbe a 10C significando che il negoziante, subito dopo aver incassato 1000 si ritroverebbe ad avere 990 effettivi.
Certo non è una gran perdita ma è comunque scocciante. All’epoca però, negli anni ’30, sarebbe stato sicuramente scomodo alzare la frequenza dei pagamenti.
Immaginiamo l’andirivieni dagli uffici preposti ogni qual volta prossimi alla scadenza!
Oggi, potendo avvalerci di sistemi automatici di addebito sul conto, abbiamo la possibilità di utilizzare un timeframe più basso.
Con una frequenza giornaliera, un incasso di 1000 ricevuto oggi alle 16.00 farebbe rimanere in mano al negoziante, domani mattina, ben 999.67 perché il deperimento giornaliero su quella cifra ammonta ad appena 0.33C.
È sicuramente accettabile.
Tecnicamente, sarebbe pure possibile alzare la frequenza di prelievo persino ad ogni ora del giorno ma, ad intuito, sembra un’esagerazione senza utilità, visto che poi ci troveremmo i conti invasi da almeno 24 movimenti automatici al giorno sul conto deperibile.
Uno al giorno sembra più che adeguato!
Quindi abbiamo valorizzato quanto il conto deperibile paga giornalmente per deperimento: circa 0.03C ogni 100C. Ed ogni giorno lo stesso conto deperibile, rinnova il pagamento sul saldo residuo. Se un conto deperibile rimane fermo (dormiente), al previsto tenore del 12% annuale, in un lasso di tempo di circa 8 anni, viene completamente prosciugato e riassorbito dal sistema.
Ad ogni modo il nostro negoziante non ha questa preoccupazione perché i Crediti appena incassati andranno sul suo conto esente e per il periodo prestabilito (72 ore) non saranno oggetto di deperimento. Notiamo che il passaggio di Crediti da un conto all’altro, salva dal deperimento sia il cedente (che si libera della somma) che il ricevente (che se lo vedrà accreditato sul conto esente). In questo modo viene incoraggiata la circolazione del credito e l’accettazione senza riserve.
Dal lato compratore, quando questi effettua un pagamento, il sistema va giustamente a “consumare”, in prima battuta, il saldo del suo conto deperibile. Se il saldo contenuto non è sufficiente, allora va a prelevare la rimanenza dal conto esente. All’interno di quest’ultimo, inoltre, prediligerà consumare prima i depositi più “antichi” che stanno per terminare il proprio “periodo di grazia”.
Questa serie di semplici accorgimenti, agevolano la cultura della circolazione della moneta e disincentivano l’accaparramento.
Un’ opportuna modulazione dei vari parametri, convincerà gli Operatori ad accelerare la cessione della moneta od agevolarne la detenzione, secondo il bisogno dettato dalla politica adottata dagli organi di controllo del Sistema.
È bene ribadire, se non fosse ancora chiaro, che nel sistema economico occidentale vigente è invece premiato l’accaparramento, fruttando addirittura Interessi. Grazie a questo, la gran massa della moneta emessa è in mano a pochissime persone che la detengono in grassi conti “dormienti”. Addirittura, in conti segreti! Queste persone detengono il Credito. Il corrispondente Debito (Pubblico) invece è in mano al resto della popolazione (quella che deve lavorare per ripagarlo). A questo punto, chi non è ancora convinto che è giunta l’ora di cambiare, deve per forza appartenere alla prima maledettissima categoria!
N.B. la seguente considerazione deve essere annotata: sebbene una personalizzata organizzazione del circuito, possa prevedere che un Operatore sia titolare di diversi conti deperibili, un po’ come chi ha diversi conti correnti bancari oggi, ogni Operatore può avere un solo conto esente che non può ricevere accrediti dai suoi stessi conti deperibili. Se poi detto Operatore, organizzasse lo scambio di somme tra “soci” allo scopo di eludere il deperimento, si premuri di organizzarsi adeguatamente perché, come dire… il denaro corrompe anche gli animi più puri, figuriamoci i soci!