L’esperimento di Wörgl ha dimostrato che rendere deperibile la moneta ne agevola la circolazione ed evita l’accaparramento. Nonostante ciò, solo questo aspetto ci piace della vicenda appena narrata. Quello che non ci interessa di imitare è la gestione centralizzata del circuito monetario.
Nel paragrafo precedente si è evidenziato che il Municipio di Worgl, detentore del banco, fece una rivelazione incauta circa i guadagni che provenivano dalla gestione del sistema. Guadagni enormi a quanto pare. Questo dimostra che esiste la possibilità che qualcuno possa approfittare delle ricchezze prodotte dal punto privilegiato in cui potrebbe trovarsi, se non fosse adeguatamente retto ed onesto.
Ne consegue che NEANCHE il gestore del Banco, come fu il Municipio nel caso di Worgl, deve avere la possibilità di “distogliere” moneta dal sistema. Ogni Operatore del circuito è pari agli altri ed il “gestore” non deve avere privilegi “di signoraggio”.
Gestire un circuito monetario non può permettere di ottenere surplus di moneta. Questo principio è sacrosanto ed imprescindibile perché il surplus di moneta in quel modo distolto ed accantonato, risulterebbe senza collaterale a garanzia del valore.
O detta in altri termini, tanto per essere estremamente chiari: sarebbe garantita (bene che vada) dal lavoro della Comunità, ma gestita allegramente dal “gestore” il quale, in virtù dei poteri deliberativi concessi, la indirizzerebbe (distoglierebbe) verso destinazioni che sarebbero poco probabili se quella somma fosse garantita con il proprio personale lavoro.
Sarò prevenuto ma a pensare male ci si azzecca sempre e decenni di esperienza visiva della gestione della cosa Pubblica sono ormai tesoro!
Non mi si venga a dire che le opere incompiute, le cosiddette cattedrali nel deserto costate miliardi che tappezzano l’Italia, sarebbero lì se i responsabili dello scempio avessero dovuto pagare quei finanziamenti con il proprio lavoro!
Tutta la moneta deve perciò essere emessa a seguito di un’attività svolta e l’ammontare dei crediti deve sempre essere bilanciato dall’ammontare dei debiti.
Si ribadisce che va scongiurata la possibilità a chiunque di gestire poco trasparentemente la quantità di moneta circolante, possibile grazie ad una premiante posizione privilegiata.
Altro aspetto che viene rigettato nella sua totalità, è la “garanzia” derivante da un deposito cauzionale in “scellini” presso la locale Banca.
Il Borgomastro di Wörgl era dell’idea che battere moneta presupponesse la detenzione di un controvalore in denaro depositato da qualche parte.
Nel nostro caso, per quanto scritto profusamente fin qui, è abbondantemente dimostrato che è inutile ed eticamente inconcepibile.
La nostra economia prescinde dalla presenza di qualsiasi moneta posta a garanzia di ciò che già egregiamente l’uomo può garantire da sé.
Nella profonda convinzione che la logica imperante vada cambiata, noi introdurremo nella nostra moneta un bug che ne disincentivi l’accaparramento ed il fermo infruttuoso. Andremo a colpire proprio la caratteristica che più di tutte permette al denaro di essere accantonato in mucchi sottratti alla collettività, costringendo il detentore a liberarsene con una certa velocità e ripristinando il principio secondo cui la moneta non è un bene da accantonare, ma un artificio atto ad agevolare lo scambio delle vere risorse e che per questa sua peculiarità, deve circolare in continuazione. Altrimenti ritirata!
La nostra moneta sarà quindi “deperibile”, perciò destinata a consumarsi col passare del tempo.
Come un cubetto di ghiaccio posto sopra ad un termosifone, dopo un primo, breve, periodo di isteresi, la moneta deperibile comincia inesorabilmente a sciogliersi, obbligando il detentore a liberarsene velocemente