Il grande inganno

Ma vediamo come opera realmente la Banca, mettendo a confronto un’operazione di acquisto immobiliare di esempio, sia nel Sistema Creditizio Naturale (il nostro), sia nel Sistema Bancario Ufficiale (il loro).

Nel Sistema Creditizio Naturale:

Marcello ha trovato un appartamento in vendita, le cui caratteristiche darebbero piena soddisfazione alle proprie necessità. Contattato il venditore, concorda in CentoQuarantamila Crediti (C) il prezzo da pagare. Marcello ha da parte buoni quarantamila, così che la somma mancante ammonta a Centomila tondi. È una cifra importante che lui però può emettere, opportunamente e preventivamente autorizzato dall’organismo di controllo che monitora la circolazione della moneta. Questo Organismo soppesa la capacità produttiva di Marcello e valuta che egli può ricoprire l’accollato debito, suddividendolo in comode rate mensili per la durata di 20 anni. Non esistendo interessi o commissioni da corrispondere ad alcuno, le rate mensili ammontano alla risultante del semplice capitale diviso il numero dei mesi: 100.000/240= 417 C al mese.

Così Marcello “emette dal nulla” 100.000C, accreditandoli al venditore ed accollandosi il giusto debito. Ora Marcello ha un conto con uno scoperto abbastanza importante, ma ha la possibilità di ricoprirlo in rate mensili. Per segregare questo enorme debito dal normale conto che Marcello usa per le spese di tutti i giorni, al fine di agevolare i conti e controllare i pagamenti, l’Organismo di Controllo intesterà a Marcello un conto Speciale chiamato “Mutuo”, dove convergerà l’enorme debito. Quando ogni mese Marcello pagherà la sua rata, la relativa somma transiterà dal suo conto corrente al suo conto Mutuo, andando a diminuire il totale negativo di quest’ultimo. In questo modo, Marcello onorerà il suo debito, ricoprendolo con rate mensili derivanti dal suo lavoro.

Nel sistema Bancario ufficiale

Alla stessa stregua, Cristina chiede il prestito di 100.000 euro (€) presso una delle miriadi di filiali del Sistema Bancario onnipresente sul territorio. Questa, valutata la capacità produttiva della persona e stimatane positivamente la solvibilità, decide di concederle il prestito.  In questo sistema purtroppo, l’esclusivista dell’emissione della moneta è la Banca e perciò Cristina non ha altra possibilità per ottenerla, di farsela prestare da questa, la quale ne pretenderà la restituzione in quantità maggiorata.

Diversamente dal caso di Marcello, Cristina deve accettare il prestito, a patto di restituirlo maggiorato di un 2% annuo sul capitale residuo.

Attenzione ai termini! Non si intende che dopo aver calcolato il 2% sul prestato, la banca pretenda una-tantum questa piccola cifra (su 100.000 euro, ammonterebbe a 2.000) ma si intende che ogni anno verrà ricalcolato un nuovo 2% sul prestito residuo che è il medesimo dell’anno precedente, diminuito della cifra pagata nell’anno corrente. Questo trucco denominato “ammortamento alla francese”, porta il primo anno a pagare il 2% su 100.000 euro, il secondo anno il 2% su 93.930, il terzo anno il 2% su 87.850, il quarto anno il 2% su 81.788 e così via per venti anni. Già senza calcoli dettagliati, si capisce che c’è una bella differenza col caso del 2% tout-court e per la precisione ammonta a questo:

– Capitale ricevuto: 100.000 €
– Interesse: 2% annuale fisso sul residuo debito
– Durata: 240 rate mensili (20 anni)
– Ammontare singola rata: 505€ fisso (calcolatore disponibile su: www.calcoloprestito.org)

Totale restituito alla fine del periodo: 505 *240 = 121.412 €

Ricavo della banca = 21.412 €

Eccolo l’interesse reale. Si parla del 21,41 %!! Spalmato su vent’anni ma innegabile. Un quinto del valore del bene, incassato dalla banca per un servizio che è tutto da dimostrare!

Questo caso è verosimile e basato su parametri realistici del 2016.

È lecito? Non è lecito? Approfondiamo …